umanesimo
Con il termine “Umanesimo” si definisce un movimento culturale sviluppatosi dalla fine del ‘300 fino a poco oltre la metà del ‘400. Si tratta di un’esperienza culturale in primo luogo italiana, che ha il suo centro di massima fioritura a Firenze,
già punto di riferimento della vita letteraria della penisola dalla
fine ‘200. Anche altri centri italiani, come Milano, Venezia, Roma e
Napoli, hanno un ruolo determinante per lo sviluppo di nuovi ideali intellettuali e filosofici,
che a loro volta stimolano un’attività culturale e letteraria del tutto
rinnovata. L’Umanesimo, oltre che essere una premessa determinante per
il Rinascimento, diviene un modello per tutta l’Europa, con esiti notevoli soprattutto in Inghilterra, Francia e Spagna.Le
discipline e gli ambiti in cui si sviluppa il sapere umanistico sono
molto numerosi, poiché riflettono l’ottimismo del tempo rispetto alle
possibilità e alle capicità dell’uomo, ma anche l’entusiasmo degli
intellettuali verso una fase che avvertono come una rinascita dopo i
“secoli bui” del Medioevo, che acquista questa sfumatura dispregiativa
proprio col rinnovamento dei saperi e della cultura del primo
Quattrocento. Una costante in questi ambiti molteplici è la visione di
fondo ideale: anzi, l’Umanesimo si può proprio definire come l’identificazione di un alto ideale culturale comune,
da cui partire per sperimentazioni molteplici e spesso un po’
disorganiche, che solo in una fase successiva troveranno un’applicazione
più ordinata e rigorosa.
Grande interesse è rivolto verso l’ambito civile, compreso quello pedagogico, in virtù della centralità attribuita alle attività umane, ma anche la morale e la spiritualità sono
oggetto di costante riflessione, nel tentativo di creare una sintesi
tra la nuova concezione dell’uomo al centro del mondo e la perdurante
fede nel divino. Anche il Quattrocento, infatti, è un secolo di
ortodossia cristiana, con cui si scontra tuttavia in parte la diffusa
passione per la magia e l’esoterismo. Diffusissimo è poi lo studio della filosofia, soprattutto nel segno della riscoperta del platonismo, dopo secoli di preferenza per Aristotele.
Nuovo impulso giunge anche alle arti figurative ed in particolare
all’architettura, che unisce l’amore per il Bello alla ricerca del
funzionale a livello tecnico. Infatti, anche le discipline tecniche in
quanto espressione dell’uomo cominciano ad essere rivalutate, dopo che
per secoli erano state ritenute secondarie. Straordinaria è poi la rinascita delle scienze,
che condividono con gli studi filosofici la presunzione di poter
conoscere a fondo il mondo e l’universo. L’Umanesimo è in effetti l’età
delle cosiddette scienze esatte, che mirano cioè a risultati oggettivi e
confutabili, basati su esperimenti pratici. La figura più
rappresentativa di tali interessi è probabilmente Leonardo Da Vinci, la
cui attività tocca i più svariati campi dello scibile, dalla pittura
all’architettura, dall’anatomia alla fisica.Tra
gli autori più rilevanti del periodo tra Umanesimo e Rinascimento vanno
senza dubbio annoverati i numerosi eruditi che si impegnano nella
ricerca filologica, nello scavo dei fondi librari e nella rinascita
delle lettere latine, come Coluccio Salutati (1331-1406), Leonardo Bruni (1370ca. - 1444), Poggio Bracciolini (1380-1459), Lorenzo Valla (1407-1457). Tra gli autori cronologicamente successivi (ma che pure condividono l’ispirazione umanistica) sono da ricordare Leon Battista Alberti (1404-1472), Marsilio Ficino (1433-1499), Pico della Mirandola (1463-1494), Luigi Pulci (1432-1484) e soprattutto, in quanto particolarmente rappresentativi del clima letterario dell’epoca, Angelo Poliziano (1454-1494) e Lorenzo de’ Medici,
detto il Magnifico (1449-1492) il quale fu anche un generoso ed accorto
mecenate, cui non a caso si deve una spinta essenziale allo sviluppo e
alla diffusione della cultura umanistica.
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